/Ginecologia/Patologia/Polipo Endometriale
/Ginecologia/Patologia/Polipo Endometriale

Polipo Endometriale


Per polipo endometriale, talora definito polipo uterino, si intende, solitamente, una neoformazione benigna esofitica (sporgente), che origina dalla mucosa endometriale e si aggetta all'interno della cavità uterina.
I polipi rimangono contenuti all’interno dell’utero, ma a volte possono giungere in vagina, attraverso la cervice uterina.
Vengono distinti in peduncolati (più frequenti), sessili o a larga base in relazione alla base di impianto sull'endometrio (stretta e allungata nel primo caso, appiattita nel secondo e larga nel terzo); possono essere sia singoli che multipli e vanno da pochi millimetri a diversi centimetri, con possibilità di sporgere in vagina per dimensioni superiori a 4 cm. I polipi più grandi possono presentare capillari superficiali tortuosi e congesti e sono talora responsabili di sanguinamenti uterini atipici.
Eziopatogenesi

I polipi endometriali sono il risultato di un'intensa ed esuberante proliferazione cellulare endometriale stimolata dagli estrogeni. Pertanto il polipo endometriale sembra il risultato finale di un processo di crescita iperplastica della mucosa uterina, a sua volta causata da un'anomala risposta agli stimoli ormonali. Malgrado non si possa risalire con certezza assoluta alla causa implicata nella formazione dei polipi endometriali, sembra che il disturbo sia correlato ad un'alterazione dei livelli sierici di estrogeni. Per questa ragione, qualunque donna presenti un profilo estrogenico particolare, è più soggetta alla formazione di polipi nell'endometrio.
Purtroppo non si può prevenire l’insorgenza dei polipi con dosaggi ormonali, in quanto non si possono riportare con esattezza i livelli plasmatici ormonali nelle donne sia in età fertile che durante la pre-menopausa, dato che sono soggetti ad ampie ed imprevedibili fluttuazioni.
In pre-menopausa le ovaie subiscono un progressivo declino proprio a partire dalla premenopausa, divenendo gradualmente più atrofiche e più piccole. Man mano che ci si avvicina alla menopausa vera e propria, l'assetto ormonale diviene più definito: i livelli di estrogeni - e soprattutto progesterone - sono estremamente bassi, mentre quelli di FSH (ormone follicolostimolante) ed LH (ormone luteinizzante) appaiono elevati. Dopo la menopausa, la formazione di polipi endometriali è estremamente improbabile proprio per la stabilità ormonale che la caratterizza.
Le evidenze cliniche dimostrano che i polipi endometriali tendono a manifestarsi più spesso nelle donne obese, specie quando l'indice di massa corporea è uguale o superiore a 30. Inoltre, sembra che le donne siano più esposte al rischio di poliposi endometriale in caso di precedente (o corrente) assunzione di antiestrogeni, farmaci indicati per la cura del cancro al seno e della ginecomastia (es. tamoxifene e raloxifene).
Diagnosi

Non sempre la presenza di un polipo sull'endometrio viene percepita dalla donna. Più spesso, infatti, il primo riscontro di sospetto polipo endometriale è in corso di esame ecografico transvaginale di normale routine. I polipi endometriali sono rilevabili durante esame obiettivo ginecologico solo in caso di sporgenza in vagina. Per questo motivo, in un contesto anamnestico compatibile, la diagnosi di sospetta poliposi endometriale viene posta attraverso l'ecografia transvaginale; questa metodica è in grado di individuare formazioni polipoidi singole o multiple e di misurarne le dimensioni.
La diagnosi di conferma o meno del sospetto ecografico o di patologia cancerosa viene posta mediante isteroscopia diagnostica, metodica che consente, in caso di sospetta neoplasia maligna macroscopica, attraverso biopsia, la caratterizzazione istologica della stessa neoplasia maligna.
Sintomatologia

Nella maggior parte dei casi, la poliposi endometriale è asintomatica. Nei casi più gravi, sono responsabili di menorragia, metrorragia o spotting, dispareunia, dismenorrea ed infertilità.
I sintomi tendono a manifestarsi, a volte, quando i polipi assumono una dimensione considerevole. Il quadro clinico della poliposi endometriale è contraddistinto da:
  • sanguinamenti prima e dopo il ciclo mestruale.
  • presenza di cicli mestruale non regolare in termini di durata e di flusso.
  • sanguinamenti in menopausa.
Un polipo endometriale che si sviluppa in prossimità delle tube di Falloppio può, in maniera meccanica, ostacolare la pervietà tubarica, determinando una possibile infertilità. Inoltre, più grandi e numerosi sono i polipi e più possono interferire con l’embrione, aumentando il rischio di aborto spontaneo.
Terapia

L'assunzione di farmaci per la cura dei polipi endometriali non rappresenta l'opzione terapeutica, dato che al termine della cura farmacologica la probabilità che il polipo si ripresenti è molto elevata.
La terapia più appropriata per la rimozione dei polipi endometriali è essenzialmente chirurgica: l'escissione dell'escrescenza cellulare favorisce infatti la completa remissione dei sintomi ed è sempre consigliabile la rimozione per prevenire una trasformazione del polipo in cancro ed eliminare ogni interferenza per quanto riguarda la fertilità. La chirurgia è l’unica soluzione per rimuoverli. Le strategie chirurgiche più utilizzate a tale scopo sono:
  • Isteroscopia operativa con anestesia (terapia d'elezione): completa rimozione chirurgica del polipo uterino.
  • Isteroscopia ambutoriale senza anestesia (casi selezionati): completa rimozione chirurgica del polipo uterino
  • Isterectomia: asportazione dell'utero, indicata quando i polipi uterini contengono cellule atipiche e/o neoplastiche.
Da sottolineare, tuttavia, che il rischio di recidiva è reale anche dopo un intervento chirurgico perfettamente riuscito. Per questa ragione, le donne che hanno una storia pregressa di poliposi endometriale dovrebbero sottoporsi a controlli ecografici, eventualmente isterioscopici più frequentemente.
Come prepararsi all’intervento

Per l'isteroscopia operativa con anestesia in sala operatoria è necessario il digiuno.
Nei casi di isteroscopia ambulatoriale senza anestesia (OFFICE) non è necessario il digiuno.